martedì 12 ottobre 2010

Il tacchino induttivista

Qualche giorno fa, assieme al prof Pillitu abbiamo letto la storia, raccontata dal filosofo Bertrand Russell, del Tacchino induttivista, è stata l'occasione per discutere  sul significato e l'importanza delle narrazioni (racconti, miti, aneddoti) in filosofia e nelle scienze: attraverso un processo intuitivo ci illuminano sui messaggi dei filosofi e illustrano, meglio di tante parole, un'intera teoria, rendendola accessibile a tutti, anche ai bambini.

Fin dal primo giorno questo tacchino osservò che, nell'allevamento dove era stato portato, gli veniva dato il cibo alle 9 del mattino. E da buon induttivista non fu precipitoso nel trarre conclusioni dalle sue osservazioni e ne eseguì altre in una vasta gamma di circostanze: di mercoledì e di giovedì, nei giorni caldi e nei giorni freddi, sia che piovesse sia che splendesse il sole. Così arricchiva ogni giorno il suo elenco di una proposizione osservativa in condizioni le più disparate. Finché la sua coscienza induttivista non fu soddisfatta ed elaborò un'inferenza induttiva come questa: "Mi danno il cibo alle 9 del mattino". Purtroppo, però, questa concezione si rivelò incontestabilmente falsa alla vigilia di Natale, quando, invece di venir nutrito, fu sgozzato”

In classe Elisa voleva vedere l'immagine del tacchino, dopo lunghe ricerche è stato ritrovato un ritratto del tacchino immortalato prima della confutazione definitiva delle sua teoria.  
La storia è tutta dalla parte di Hume e vuole dimostrare che possiamo avere certezze solamente a posteriori, il metodo induttivo non ci permette di formulare leggi scientifiche, solo la forza dell'abitudine ci permette di fare previsioni, che potranno in ogni momento essere smentite.  
Kant sarà più fiducioso sulle nostre possibilità conoscitive, ma solo sino a un certo punto .....

Il racconto si presta anche a considerazioni di carattere esistenziale: siamo sicuri di quello che abbiamo? Le nostre certezze possono essere spazzate via in un attimo. Cosa ci riserva il futuro, il domani, la prossima ora?

Nessun commento:

Posta un commento